Progetto
L’attuale trend demografico mette in luce un significativo invecchiamento della popolazione europea, tant’è che circa il 20% è ultrasessantenne.
I dati dell’ISTAT inoltre mostrano che tra la popolazione degli ultrasessantacinquenni:
- il 40% è affetto da almeno una malattia cronica,
- il 18% ha limitazioni funzionali nelle attività della vita quotidiana (disabilità),
- il 68% delle persone con disabilità presenta almeno 3 malattie croniche,
- l’8% è confinato in casa.
Gli ultrasessantacinquenni risultano, quindi, essere i maggiori utilizzatori delle risorse sanitarie. Questo crea difficoltà nell’accedere ai servizi soprattutto per persone non giovani, che hanno una più limitata capacità di muoversi, che a volte non conoscono chiaramente le varie procedure richieste delle diverse strutture. Emerge, quindi, la necessità di realizzare un sistema in grado di organizzare in maniera più efficiente l’accesso ai servizi, di organizzarne e monitorarne l’erogazione e verificarne la qualità.
Un altro aspetto riguarda le prestazioni domiciliari che rivestono un ruolo molto importante, in quanto contribuiscono a favorire la permanenza dell’anziano nell’abitazione e a favorirne l’autonomia, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Si verifica spesso, soprattutto nei casi in cui le persone sono costrette dalla loro malattia o dall’invecchiamento a rimanere per la maggior parte del tempo all’interno del contesto domiciliare, che costoro si trovino in solitudine o con ridottissima possibilità di contatti sociali. La visita dell’operatore costituisce per molti anche la possibilità di un contatto e di un supporto psicologico. Si evince, quindi, l’importanza di realizzare anche un sistema di gestione delle prestazioni domiciliari che consenta di gestire e organizzare efficacemente le attività dei diversi operatori, consentendo di pianificare efficacemente gli interventi e di raccogliere dati relativi all’intervento stesso ed alla situazione del paziente.
Tali servizi sono volti a soddisfare le esigenze di una popolazione che invecchia e che può, tra l’altro, creare posti di lavoro e opportunità di business per le altre generazioni. Gli anziani sono in grado di trasmettere il proprio bagaglio di esperienze e saggezza continuando a sentirsi utili e attivi, i giovani possono aiutare chi è in difficoltà agendo come personal trainer ICT per insegnare le proprie competenze a persone anziane che hanno spesso la necessità di continuare a partecipare pienamente alla vita sociale. Si spera che il dialogo intergenerazionale che sarà promosso – che conserva anche il patrimonio intellettuale e culturale – diventerà una pratica integrata nelle organizzazioni partecipanti a questo progetto, per un invecchiamento attivo, vitale e dignitoso in una società solidale.